20130408_105621Esperto di nuove tecnologie legate ai sistemi di comunicazione opero nel campo dell’informatica e del volontariato.

Quand’ero piccolo mi appassionavano le storie di fantascienza che trovavo scritte nei libri. Da adolescente fui attratto anche dalla scienza e scoprii che esistevano delle riviste dedicate che  cominciai a divorare. Appresi così una certa dimestichezza con il futuro. Nel frattempo crescevo e sviluppai una certa sensibilità per l’estetica e i linguaggi di comunicazione. Mettevo da parte l’arte che imparavo e aspettavo il momento per mettere insieme il puzzle.

Mi piaceva la fotografia ma soprattutto il video, così, mentre gestivo un laboratorio artigianale per la lavorazione delanni70-2 cuoio, unico creativo lavoratore, ho avuto l’opportunità di comprarmi una videocamera Sony video 8 e cominciai ad usarla. Avevo anche una macchina fotografica analogica e un Commodor 64.  Era ancora presto per comporre il puzzle che avevo in testa, ma stavo raccogliendo storie e immagini durante i viaggi che avevo cominciato a fare. Viaggiai in India per 3 volte, una delle quali andai in Kashmir dove c’era una guerra tra indiani e pakistani che si contendevano il territorio. Andai in Thailandia, Indonesia, Malesia, Nepal, Messico, Guatemala, Perù, Bolivia, Yemen, Giordania, Israele.

Il mondo stava cambiando e durante le feste di Natale del 1995 uscì un sistema operativo che permetteva di interfacciarsi con un computer in maniera grafica e visuale a basso costo: windows 95. Pensai subito che poteva essere l’occasione per cominciare a mettere insieme le tessere del puzzle. Cominciai a smanettare affrontando i temi uno ad uno. Le immagini, le fotografie, i video, le musiche, le registrazioni. Libri, libri, libri e mi appassionavo sempre di più. Ma mentre mi  preparavo mi accorgevo che i computer non ce la facevano a sostenere la mole di dati che servivano a comporre il puzzle, per cui la mia preparazione andava di pari passo allo sviluppo di nuove tecnologie.

io2Poi decisi di andare in Africa destinazione Mali. Lessi dei libri e non vedevo l’ora di andarci. Per avere il visto per il Mali bisognava passare da Parigi o Dakar, decisi Dakar. Ora non sto qui a descrivere quello che successe e per quale motivo non andai mai in Mali, basta sapere che a tre km dall’aeroporto di Dakar esiste un villaggio di pescatori e non andai oltre quel villaggio perché incontrai la donna che poi è diventata mia moglie.

Nel dicembre 1999 chiusi il laboratorio artigianale per dedicarmi completamente a quello che mi aveva appassionato fin da piccolo. Ma non avevo un lavoro. Ebbi l’opportunità di andare a Dakar per collaborare con una ONG, “Enda” che si occupava di tante cose che riguardavano il sociale. In Senegal cominciai a lavorare come volontario senza salario su un progetto che riguardava la desertificazione e allacciai rapporti con Pietro Laureano che all’epoca aveva uno studio di ricerca a Matera. Avevo anche trovato a Dakar un lavoro in una società canadese come insegnante di html per la realizzazione di siti web.io1

Stava andando tutto bene ma un brutto giorno, anzi una brutta notte vennero dei ladri a casa e rubarono tutte le mie attrezzature, videocamera, computer, masterizzatore, cellulare. Dovetti tornare a Matera e cominciai a lavorare nello studio “Ipogea” di Pietro Laureano.

Realizzai siti web e cdrom multimediali ma dopo 2 anni l’esperienza finì. Nel 2002 ebbi una figlia e non avevo un lavoro. Continuavo i miei studi e cominciai a comporre il puzzle. Realizzai cortometraggi utilizzando software di montaggio digitale, imparai a costruire siti web e cdrom multimediali lavorando su “i Sassi di Matera in realtà virtuale” e “chiese rupestri virtual tour” con i quali vinsi dei premi arrivando un anno al secondo posto assoluto e l’anno successivo al terzo posto in una competizione di siti più belli d’Italia nella categoria “cultura” del concorso ”e-content award”.

Nel 2004 cominciò la mia collaborazione con l’associazione Tolbà grazie ad una borsa lavoro finanziata dalla Regione Basilicata. Dopo il mio arrivo venne fondata “la Biblioteca di Tolbà” e la produzione di libri multilingue e multiculturali continua fino ad oggi. www.associazionetolba.org

io3Nel 2008 incontrai Roberto Galante che mi coinvolse nel suo progetto “a mundzuku ka hina” portandomi a Maputo in Mozambico a fare il maestro di bottega in un laboratorio di comunicazione dedicato a ragazzi che sopravvivono ai margini della discarica della città. La collaborazione è tuttora in corso, per vedere un po’ di lavori realizzati dai ragazzi del laboratorio www.amundzukukahina.org

 

 


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